Martina Valente

LIGHT SCREENS

Guardare un’opera d’arte non è un’azione semplice: presuppone l’abbandono totale alla visione e il soffermarsi senza limiti di tempo, per lasciarsi andare alle infinite possibilità di ciò che può accadere. Questo approccio ascetico è ancora più efficace nella contemplazione della profondità e dell’oscura luminosità delle tele di Raffaele Cioffi, raccordate meticolosamente e in modo studiatamente selettivo nella mostra “Light Screens” della LM Gallery.

Luca Pietro Nicoletti

SOLIDITÀ DELLA LUCE

Scrivendo nel 2009 del lavoro di Raffaele Cioffi, in occasione della mostra dell’artista a Villa Bagatti Valsecchi, Claudio Olivieri parlava di “sipari”: era una definizione precisa, seguita dalle riflessioni di un pittore sensibile e acuto osservatore della realtà e del lavoro delle generazioni più giovani. Un pittore che parla di un altro pittore conduce inevitabilmente la sua lettura in relazione alla propria ricerca e ai fondamenti di poetica che lo hanno animato, ma in questo caso il dialogo risulta particolarmente felice perché colloca il lavoro di Cioffi dentro una determinata linea di sviluppo della pittura, ma dichiara bene anche la distanza, la specificità di una generazione rispetto a quella da cui virtualmente ha ricevuto il testimone.